La compagnia continua il suo faticoso viaggio verso est vivendo qualche disavventura causata dal continuare ad allontanarsi da strade sicure e battute e dal rigido clima invernale che si va intensificando avvicinandosi alle montagne.

Arrivati al Mitheithel, più noto come Fiume Grigio, si lasciano alle spalle l’Ultimo Ponte per continuare sulla strada che costeggia la foresta dei Troll; qui, sotto una pressante sollecitazione del giovane Dedric, fanno una piccola deviazione all’interno della foresta lasciando la sicurezza della strada principale.

La deviazione è motivata dalla volontà del giovane hobbit di mostrare ai suoi compagni di viaggio una delle testimonianze delle avventure vissute da Bilbo quando, insieme a Gandalf ed alla compagnia di Thorin, si mise in viaggio verso la Montagna Solitaria.

Addentrandosi nella foresta, il gruppo arriva ad una radura sorvegliata da tre grosse statue di pietra, le statue in cui si trasformarono i tre troll che catturarono Bilbo ed i nani per mangiarli, venendo però sorpresi dalle luci dell’alba che li pietrificò rendendoli parte del paesaggio tanto da far da appoggio per i nidi di civette delle nevi ed altri uccelli.

Dopo aver fatto felice Dedric, la compagnia si dirige nuovamente verso la strada principale, ma il giovane hobbit nota un pugnale dalla lama ricurva ed Haldramir scorge le tracce di un recente passaggio di orchi e lupi, forse un gruppo di caccia di una decina di individui.

Con questa tetra scoperta si rimettono in marcia con Telumendil ed il ramingo che cercano di affrettare il passo per evitare di essere scoperti e raggiunti dagli orchi, infatti preferirebbero evitare di dover dare battaglia non fidandosi delle capacità belliche di tutti i membri della compagnia.

Quando il gruppo raggiunge il guado del Bruinen oltre il quale si trova la loro meta, la valle nascosta di Imladris, le preoccupazioni dell’elfo e del dunedain si rivelano essere fondate; gli orchi li hanno circondati con una parte di essi che ha tagliato la via del guado davanti a loro ed un’altra che preclude la fuga arrivando dalle retrovie.

La battaglia scoppia inevitabile e cruenta, gli avversari si dimostrano pericolosi tanto che sia Willow che Fràr vengono feriti quando le loro difese sono superate dalle lame orchesche o dalle zanne dei lupi. In un primo momento soverchiati, lo scontro sembra volgere al peggio, ma Telumendil mostra tutta la maestria elfica ed aiutato da Haldramir iniziano, lentamente, a girare le sorti della battaglia in loro favore.

Ed è così, grazie alle lame dell’elfo e del ramingo e anche all’ascia del nano, che aveva avuto un iniziale momento di difficoltà da cui si era ripreso perché punto sull’orgoglio dai migliori risultati e dal maggior contributo dell’elfo, che tutti i nemici vengono abbattuti.

Terminato lo scontro è il momento di accertarsi delle condizioni dei feriti e muovere velocemente verso la sicurezza della dimora di Mastro Elrond…

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