L’ingegno dei coboldi aveva partorito un infernale meccanismo simile ad una giostra, ma decisamente più pericoloso.

I nostri eroi faticavano a mantenere l’equilibrio sulla piattaforma girevole e nel frattempo dovevano difendersi dagli attacchi dall’alto degli scagnozzi di Elkhan e dagli improvvisi colpi di bastoni accuminati provenienti dai lati.

In questo caos ritmato dalle grida e dagli insulti dei coboldi, Kebab riuscì a trovare un pertugio per scivolare sotto la piattaforma…e finire in acqua!

Tuttavia in questo modo riuscì a trovare una via per raggiungere non visto il palco dove si trovavano i coboldi.

Nel frattempo Demanor era rimasto all’esterno e per quache motivo la noia lo spinse a cercare un modo per ritrovare i suoi compagni.

Si trasformò quindi in una piccola zecca e si attaccò alle scaglie di un coboldo che passava di lì…senza che se ne accorgesse l’avrebbe condotto all’interno dei Cumuli.

La situazione nella stanza girevole però peggiorava.

Delbaeth cominciò a tirare colpi di ascia contro il pilone centrale fino ad abbatterlo.

Ma quando il pilone crollò Maicol non riuscì ad evitarlo e finì sotto di esso schiacciato e svenuto.

Kebab però aveva l’occasione di colpire Elkhan alle spalle, provò quindi a mimetizzarsi tra la folla di coboldi urlanti, ma venne scoperto.

Il Coboldo Rosso venne accerchiato e bloccato dai suoi simili.

Ma fu allora che avvenne qualcosa di totalmente imprevisto.

Demanor che i suoi compagni pensavano ormai essersi dato alla fuga, era in realtà giunto anch’egli sul palco trasportato inconsciamente in forma di zecca da una sentinella cobolda.

Decise quindi di mostrarsi nuovamente, questa volta in forma di…delfino!

Non era in reltà il suo piano, ma a volte le forze della natura sanno essere beffarde e il druido saltando in modo icontrollato finì oltre il parapetto, cadendo nel vuoto.

Un momento di silenzio e oscurità avvolse Demanor, poi una leggera pioggia inziò a bagnargli il viso mentre una fitta cortina di nebbia si diradava di fronte a lui rivelando una verde valle percorsa da un argenteo fiume alle cui sponde molti animali giungevano per abbeverarsi in armonia gli uni con gli altri.

Una mano ossuta toccò la spalla del druido e una voce proveniente da un altro mondo disse. “Vedi in fondo gli umani non sono dissimili da quegli animali laggiù, tuo è l’onere di mostrargli tale via.”

Non era ancor giunto il suo momento e Demanor riaprì gli occhi mentre intorno a lui la battaglia proseguiva.

Delbaeth arrampicandosi sul pilone abbattuto aveva raggiunto il palco dei coboldi per metterli in fuga con le sue urla belluine e le sue sete sgargianti.

Kebab allora approfittò del caos per gettarsi giù insieme al Coboldo Nero.

Lo scontro tra i due coboldi fu cruento, ma quando ormai Kebab stava esaurendo le ultime energie, Delbaeth piombò di nuovo sull’avversario colpendolo a morte.

E così passò Elkhan, il Coboldo Nero, per alcuni il re dei coboldi.

La compagnia era malconcia, ma visto il loro capo sconfitto, gli altri coboldi si erano dati alla fuga.

I nostri eroi poterono quindi recupere i tesori nascosti tra i Bianchi Cumuli prima di ricongiungersi alla flotta di Trasghal.

Nell’abbandonare quelle strette e fetide gallerie una serie di graffiti colpirono la loro attenzione.

Sulla roccia era dipinto un cavaliere d’oro che affrontava un enorme drago blu e…ne veniva divorato!

Ma ora era tempo di pensare ad altro.

Le navi di Trasghal infine attraccarono al porto fluviale di Meshul.

Qui i nostri eroi scoprirono che ad attendere il loro arrivo vi erano due figure che avevano già conosciuto…

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