“Ita qui olim boni aequique Cherusci, nunc inertes ac stulti vocantur […]”

“Sicché quelli che un tempo furono chiamati i buoni e giusti Cherusci, ora sono detti inetti e stolti […]”

[Tacito, “De origine et situ Germanorum”, XXXVI]

Il giorno ante die X Kalendas Martii (ovvero il 20 Febbraio, 10 giorni prima delle Calende di Marzo) il contubernium, insieme alla carovana di mercanti, al giovane Sigfrid ed altri suoi quattro compagni, si dirige verso la zona dello scontro tra il figlio di Murdruc e la pattuglia di Cherusci.

Arrivati in tarda mattinata al luogo prestabilito, trovano i resti dello scontro, mezza dozzina di corpi che risultano però orribilmente sfigurati e con le carni martoriate. I custodes iniziano quindi ad indagare per ricavare maggiori informazioni, nel frattempo Vetius, ricavata una pozza nel terreno innevato, inizia ad approntare un rituale di speculum.

L’esploratore riceve quindi la visione di una notte buia con solo la tenue luce della luna ad illuminare il limitare della foresta, ad un certo punto una figura umanoide viene avanti dagli alberi e si avvicina ai cadaveri sulla neve, più si avvicina e più l’essere si fa possente e ferino; quando raggiunge i corpi ne fa scempio apparentemente totalmente disinteressato al trarre nutrimento da quelle carni.

Interrogati quindi i suoi compagni, in particolare Minimo che è di stirpe germanica, e Sigfrid, viene raggiunta la conclusione che l’essere nella visione potrebbe essere uno dei temibili Berserkir, i guerrieri eletti dagli dei in grado di assumere sembianze di belze feroci.

Ormai però è giunto il buio ed i custodes decidono di accamparsi all’aperto, ma in sicurezza. Viene allestito quindi un accampamento adeguato alle esigenze ed istituiti turni di guardia. Il sonno è agitato e al mattino tutto il gruppo ha una brutta sensazione.

Dopo poco, la frugale colazione che stavano consumando viene interrotta dalle grida agitate di alcuni degli schiavi dentro ad un carro. Sul limitare della foresta sono comparsi svariati guerriero capeggiati da un individuo particolarmente imponente avvolto in una pelliccia d’orso. Questi si fa avanti sfidando i custodes allo scontro, scoprendosi la parte superiore del corpo e mostrando il tatuaggio del Valknut sul cuore.

Inizia quindi una veloce e cruenta battaglia che vede gli inviati di Roma vittoriosi anche grazie alla veloce eliminazione dell’imponente guerriero germanico, che nel mezzo dello scontro mostra la sua vera natura di Berserkir trasformandosi parzialmente in orso, da parte di Minimo e Candemium.

I custodes, risultati vincitori, riescono anche a catturare uno dei guerrieri germanici che li ha assaltati, ma alcuni di loro sono feriti anche significativamente, diverse delle guardie dei mercanti sono morte e anche uno dei giovani compagni di Sigfrid è agonizzante e non sembra che resterà nel mondo dei vivi ancora per molto.

Ave atque vale!

Download del podcast