“[…] cetera multitudo sorte decimus quisque ad supplicium lecti.”

“[…] della restante moltitudine, un decimo venne estratto a sorte e messo a morte.”

[T. Livio, “Ab Urbe Condita”, Lib. II, 59]

I custodes rientrano ad Aelia Capitolina nel tardo pomeriggio dirigendosi verso il palazzo del governatore poiché vogliono chiedergli aiuto per proseguire le indagini ed individuare il vecchio predicatore chiamato Iacob, ma arrivati nei pressi della loro destinazione trovano il Procurator Augusti Appio Cornelio ad attenderli. Questo chiede ragione del fuoco avvistato presso le pendici del Golgotha e, visto quanto lasciato trapelare brevemente da Cattus, invita tutti all’interno del proprio palazzo in una sala dove poter parlare con calma e dove fa portare anche qualcosa da mangiare e vino speziato per il piacere dei suoi ospiti.

Cattus informa a grandi linee il governatore delle recenti scoperte: all’interno di un sepolcro alle pendici del Golgotha hanno trovato tracce che testimoniano la celebrazione di oscuri rituali, tra queste il cadavere di un bambino a cui i custodes hanno reso giustizia con una pira funeraria come vuole la tradizione romana, spiegando così la ragione delle fiamme e del fumo osservato alle pendici della collina del Teschio. Il governatore si mostra lievemente contrariato perché avrebbe ritenuto più utile che il cadavere fosse riportato in città, ma non sembra minimamente intenzionato a dare seguito alla cosa. Appio Cornelio rivela le proprie preoccupazioni, infatti si sente in dovere di agire dopo quanto appena riferito dai custodes e dopo l’agguato subito dagli stessi soltanto il giorno prima.

I custodes continuano nel loro resoconto e svelano di aver individuato il probabile colpevole nel vecchio cieco che va in giro a predicare il verbo del Cristo e che risponde al nome di Iacob. Il Procurator Augusti mostra di aver presente la persona a cui i membri della Cohors Arcana si riferiscono e svela loro che, purtroppo, potrebbe non essere così semplice trarre il predicatore in arresto; questo, infatti, gode della stima e della protezione di diverse ricche ed influenti famiglie di Aelia Capitolina. Un’azione contro Iacob fatta per vie legali potrebbe quindi essere ostacolata in assenza di prove inconfutabili della sua colpevolezza e, per permettere anche una maggior libertà esecutiva ai suoi ospiti, Appio suggerisce di iniziare a stringere la morsa sulla città in modo che i cittadini siano distratti dal nuovo clima che permetterebbe anche un più attento controllo dell’autorità su tutto quello che avviene all’interno delle mura.

Il governatore decide quindi di instaurare un coprifuoco, compiere alcuni arresti preventivi e mandare messaggi ad Antiochia, capitale della prefettura, per richiedere l’invio di una legione per affrontare ogni evenienza. Inoltre, all’indomani, verrà fornita ai custodes la lista delle famiglie che sono solite ospitare il predicatore per la notte. Il contubernio si congeda e ritorna ai propri alloggi dove, dopo aver cenato, redige un rapporto da inviare a Roma. Nel rapporto viene comunicato il recupero della lancia di Longino, l’incontro con un’entità oscura (forse un demone), l’individuazione del responsabile nella persona di un predicatore di nome Iacob, la collaborazione con il Procurator Appio Cornelio e tutto quanto rinvenuto nel sepolcro. In segreto Candemium invia un’altra missiva indirizzata al Magister Pullo in cui esprime alcune preoccupazioni sull’interazione tra Cattus e Azazel scrivendo: “la collina brucia, il distruttore è stato evocato, la corruzione può avere infettato l’aquila“.

La mattina seguente i custodes ricevono la lista delle famiglie che sono solite dare ospitalità al predicatore Iacob, su una tabula cerata sono scritti i dieci nomi in ordine di importanza. Il contubernio inizia quindi ad investigare per trovare la propria preda e capire dove questa più probabilmente passerà le prossime notti dividendosi in due gruppi. Iacob si dimostra stranamente difficile da individuare e ancor più difficile da seguire, ma decidendo di indagare a fondo sulle famiglie coinvolte i custodes scoprono che davanti a tutte le case indicate il medaglione donato da Azazel si illumina.

Le investigazioni occupano un’altra giornata, ma alla mattina del giorno a.d. XIII Kalendas Maias (tredici giorni prima delle Calende di Maggio, ovvero il 19 Aprile) i custodes hanno tutte le informazioni necessarie, infatti tutte le famiglie della lista sono state individuate ed è stato accertato il loro coinvolgimento con l’evocazione di Azazel, inoltre è stata anche determinata la famiglia che più probabilmente darà ospitalità a Iacob durante la notte: la famiglia Anarice, la prima della lista e quella più importante.

Ave atque vale!

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