L’ordine era ristabilito a Kupar.

O almeno così il Marchese faceva credere.

Finalmente si poteva correre il palio e la gente di Kupar esultò per questo.

Ma c’era anche la vacante carica del Gonfaloniere da assegnare…e chi meglio di Möbius per un ruolo dove diplomazia e arguzia la fanno da padrone?

Ecco, a questo la gente di Kupar esultò un po’ meno.

Ad ogni modo i preparativi per la corsa dei cavalli ripresero e la città era pronta a godersi lo spettacolo.

La fortuna arrise al cavallo e al fantino del rione della Fornace e subito iniziarono i festeggiamenti e, ovviamente, le risse.

Ma nulla di preoccupante, dopo giorni di tensione, su Kupar sembrava essere tornato il sereno, nebbia permettendo.

E il nuovo Gonfaloniere, nella sua magnanimità, era pronto ad innaffiare il tutto con fiumi di birra, vino, idromele e tutto ciò che di alcolico si poteva reperire in città.

Molto di questo divertimento liquido venne riservato alle guardie cittadine, ignare del pericolo che incombeva su Kupar.

Di fatti poco fuori la Porta del Fango, verso il fiume, la cavalleria di Trasghal attendeva, nascosta dalla onnipresente nebbia, il rintocco dell’ora del gufo e un segnale da parte dei nostri eroi.

I quali non si fecero attendere e, profittando dell’ubriachezza delle guardie, spalancarono la porta della città agli invasori.

Presto fu il caos nella notte di Kupar.

Ma dov’era finito Maicol?

Ah eccolo infine arrivare di corsa! Raggiunse i suoi compagni nella piazza centrale, proprio davanti alla grande statua a forma di testa di cavallo.

Concitatamente, con lo sguardo allucinato e un’alito pungente continuava a blaterare parole sconnesse circa un pericolo imminente.

E improvvisamente la statua davanti a loro prese vita…

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