Un tempo qualcuno disse che le cose per cui vale la pena vivere si contano sulle dita di una mano.

Ora buona parte della compagnia ha appena capito il senso di questo aforisma.

La dura e inflessibile Legge di Barovia ha colpito di nuovo e il verdetto è insindacabile.

I nostri eroi si risvegliano dopo essere stati sconfitti da Rahadin e il suo branco di crudeli lupacchiotti pelosetti crudeli.

Il risveglio non è dei migliori, le mani che hanno osato alzarsi contro un diplomatico ambasciatore sono state recise e i moncherini cauterizzati e magicamente rimarginati.

Garrosh per prima cosa si mette a curiosare nella stanza del tesoro. La sua curiosità viene ripagata da un poderoso gancio sferrato da quello che sembrava un ariete invisibile, ricacciandolo morente da dove era venuto.

Wardistran decide di fare la cosa più saggia, e comincia a prendere a testate gli scaffali della biblioteca.
I libri che cadono rivelano il loro contenuto: pagine bianche.

Athanas va alla ricerca di Exethander, nel suo appartamento trova una porta segreta ma in mancanza di appendici superiori non è in grado di azionare il meccanismo per aprirla.

Dopo qualche riflessione sul continuum spazio-temporale il guerriero fa presente al ladro di aver trovato un varco nascosto, Race con perizia aziona il meccanismo e con arguzia annusa l’aria circostante il cui tanfo non fa presagire niente di buono.

Il ladro agilmente si allontana prima che Sfortuna ordini al suo gufo di entrare nella stanza.

Il Lich è all’interno, concentrato a lanciare un rituale sul suo filatterio, l’entrata del volatile per lui è paragonabile a quella di un fastidioso insetto che ronza intorno alle sue (ex) orecchie mentre ci si sta concentrando.

La sua reazione impulsiva è di risolvere frettolosamente questa scocciatura con una ondata di energia oscura, metà del party fuori dalla stanza viene così riportato al loro stato fondamentale: quello morente.

Le crocerossine del gruppo per l’ennesima volta riprendono per i capelli il resto della compagnia che finalmente si trascina verso il “meritato” riposo.

Il giorno seguente ritrovano Exethander, dopo avergli chiesto aiuto per il loro problemino tattile il Lich propone di preparargli una pergamena magica per provare a rigenerare un paio di arti, puurtroppo però ha i componenti necessari per scrivere una sola pergamena.

Garrosh si reca a guardare le montagne in cerca di ispirazione. Il vento freddo gli sferza la faccia e l’aria gelida gli infonde nuovamente la determinazione per prendere in “””mano””” il suo destino.

Imponendo il suo volere ai compagni decide di farsi rigenerare gli arti dal druido che abilmente riesce a leggere con successo la pergamena magica.

Oltre alla vista delle montagne il barbaro nota un’altra cosa, delle tracce.

Per terra vede delle orme di una persona che si è allontanata dal tempio sulla neve, le orme sono abbastanza fresche e lungo il percorso sono accompagnate da qualche lunga piuma angelica…

La compagnia segue la pista fino a Krezk, Athanas invece segue una pista un po’ particolare ed in preda alle visioni intuisce la posizione del giovane insieme a qualche strano flashback su quello che sembra essere il suo passato, o quantomento il passato di qualcuno che lo ha incontrato prima che perdesse la memoria.

I nostri eroi ritrovano Ilya sul tavolo operatorio dove avvenne la sua creazione. Il giovane angelo è conscio di combattere una battaglia impossibile, ma è determinato a combatterla fino in fondo. Ilya si accorda con la compagnia per recarsi al castello come gli sconfitti quali sono, o meglio, quali il Conte è convinto che siano. La sua speranza è di infrangere il vincolo che lo lega al volere di Strahd per avere un briciolo di speranza di salvare Ireena.

In quel momento il destino bussa alla finestra, un piccolo pipistrello si schianta contro la finestra della stanza. Legato alla sua zampa vi è assicurato un invito particolare…

by Catta

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