Rinchiuso in una cella di pietra sotterranea, lo stomaco in fiamme, la vista annebbiata (beh quello era quasi la consuetudine nelle Lande tra i Due Fiumi).

Così si ritrovò Möbius dopo aver cenato con l’involtino preparato da Kebab.

Evidentemente era stato un lungo viaggio, ma soprattutto nella sua testa.

Ad ogni modo le circostanze l’avevano portato esattamente dove voleva: nelle buie sale dei nani di Johlsav.

Qui, alla tenue luce delle candele, pur non nella migliore delle forme, riuscì ad ottenere dai suoi carcerieri barbuti un’udienza con il re Unghranu.

Condotto a bordo di un carretto su rotaia, percorse i cunicoli che i nani avevano scavato per centinaia di anni fino a giungere alle magnifiche e profonde sale del re dei nani.

Lo sfarzo dei mosaici scolpiti direttamente nella pietra si accompagnava all’austerità dell’alto trono e della molto meno alta figura che vi siedeva.

Möbius il bardo, fece ricorso a tutte le sue arti canore e diplomatiche per persuadere a Unghranu a concedergli la libertà e l’alleanza con Trasghal.

Con eroi come Delbaeth e Demanor salvare la principessa Lubhmila dai malvagi orchi che infestavano Codghor sarebbe stato possibile se solo ne avesse avuto la possibilità.

Dubbioso, ma evidentemente in bisogno di aiuto, Unghranu accettò l’accordo proposto dal bardo e, non senza una certa ruvidezza tipica dei nani, lo liberò.

Ricongiuntosi il gruppo di eroi si rimise quindi in marcia per l’oscura Codghor.

Quanti orchi avrebbero trovato ad attenderli?

Un tempo Codghor era un tetro ma tranquillo villaggio di pescatori ma ora…

Prima però bisognava attraversare l’acquitrino.

Bande di orchi lo sorvegliavano, ma fortunatamente Maicol poteva insegnar loro…a pescare!

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